BALENA MEGATTERA
Le balene appartengono alla classe dei mammiferi marini, ovvero, non sono pesci, ma animali a sangue caldo che si sono adattati all’ambiente marino. Essi possiedono polmoni, peli e mammelle e le madri allattano i loro piccoli. Le balene appartengono all’ordine dei CETACEI ma si distinguono da questo gruppo (cui appartengono anche, per esempio, i delfini e le orche) perché non dispongono di denti ma di fanoni.
CARATTERISTICHE
Gli adulti di megattera hanno una lunghezza di circa 13 – 14 metri (ma alcune femmine arrivano fino a 18 metri) ed il peso oscilla in media fra le 25 e le 30 tonnellate. Le lunghe pinne sono di solito nere nella parte superiore o esterna e bianche sulla parte inferiore o interna, nello stesso modo le regioni della coda sono scure sopra e chiare sotto. Lo sfiatatoio, cioè l’apertura che consente al mammifero di respirare, è composto da due fori (come due narici) ed è posto al centro del capo.
Caratteristica che contraddistingue la megattera rispetto alle altre balene è la “gobba” posta all’apice del dorso, facilmente osservabile nel caratteristico movimento al momento di immergersi, allorché inarca la schiena subito prima di sparire al disotto della superficie marina. La sua caratteristica più importante però è costituita dalle pinne pettorali particolarmente lunghe. Queste, che sono notevolmente più allungate che non in altre balene, possono raggiungere anche un terzo della lunghezza totale del corpo. l nome MEGATTERA, infatti, (dal greco: mega = grande + ptera = ali) deriva dalle caratteristiche pinne pettorali, talmente grandi (le più grandi fra tutti i cetacei), da apparire simili ad ali.
NUOTO E IMMERSIONE
La velocità di crociera della balena megattera va dai 2 ai 4 nodi, ma può arrivare anche a 10 nodi. La durata media di una immersione è da 3 a 10 minuti ma la durata massima di una immersione può arrivare anche a 30 o 40 minuti a 60 metri e non si spinge mai oltre i 150 metri di profondità.
HABITAT E MIGRAZIONI
Le megattere si possono trovare in tutti gli oceani, dalle acque tropicali ai poli. Sono balene tipicamente costiere, che spesso si avvicinano molto alla costa fino a spingersi in piccole baie ed estuari mentre solo durante le migrazioni stagionali sono costrette ad attraversare l’oceano aperto per migliaia di chilometri. L'abitudine di mantenersi lungo la costa ha reso famose le loro migrazioni, ma le espone ad essere una facile preda dei cacciatori. Esse migrano ogni estate verso le acque polari per nutrirsi di krill e banchi di piccoli pesci per poi tornare ai mari tropicali in inverno, dove si accoppiano e partoriscono. Sebbene vi siano popolazioni diverse e distinte, sia nell'Artico che nell'Antartico, possono avvenire degli scambi tra i due gruppi quando si muovono entrambi verso l'Equatore. Le megattere dell’emisfero sud passano l'estate nei mari antartici cibandosi dell'abbondante krill di quelle acque. All'avvicinarsi dell'inverno esse si spostano gradualmente verso nord. Le prime ad andare a nord sono le femmine, che hanno appena finito di svezzare i loro piccoli i quali sono quindi già in grado di seguirle. Successivamente arrivano gli individui non ancora maturi ma già autonomi, poi le femmine ed i maschi adulti ed infine le femmine gravide. Tutti raggiungono, quindi, le calde acque equatoriali, dove le femmine gravide partoriscono e poi si accoppiano nuovamente. Nella migrazione di ritorno le femmine gravide partono per prime; sono poi seguite dagli individui non ancora adulti; vengono infine le femmine adulte con i loro piccoli nati da poco. Per l'epoca in cui le acque ricche di nutrimento dell'Antartide sono state raggiunte, i vari gruppi si sono anche riuniti e rimangono così fino al momento di ripartire verso nord. Pare che la migrazione in acque tropicali abbia anche una funzione igienica: le megattere, infatti, sono di solito fortemente infestate dai balani, particolari parassiti che si attaccano tenacemente alla loro pelle. È stato notato che le megattere che viaggiano lungo le coste del Sud Africa verso l’Equatore, sono fortemente infestate dai balani, mentre quelle che ritornano dalle acque tropicali verso il sud lo sono molto meno. Si ipotizza pertanto che, durante la permanenza nelle acque tropicali, le megattere si avvicinino molto alla costa, in prossimità delle foci dei fiumi, dove l’acqua del mare è diluita in quella dolce, condizione che farebbe morire o staccare i balani.
NUTRIMENTO
Questo mammifero subacqueo ha bisogno di immense quantità di cibo (circa una tonnellata al giorno) sia per nutrirsi quotidianamente sia per accumulare riserve di grasso per l'inverno. Il cibo delle megattere consiste in krill, a volte esse mangiano dei piccoli pesci e aringhe può capitare che ingoino accidentalmente anche pesci più grossi. Quando le megattere si trovano in acque tropicali, non si cibano quasi mai. Esse si alimentano unicamente in inverno nelle acque più fredde e le loro riserve di grasso vengono accumulate in maniera da bastare per tutto l'anno.
COMPORTAMENTO SOCIALE
Le megattere sono "animali sociali”, vivono cioè in gruppi anche numerosi ma ampiamente distribuiti, all’interno dei quali gli individui sono piuttosto indipendenti.
Proprio per questa natura sociale che le contraddistingue, le megattere hanno sviluppato un complesso sistema di comunicazione che consiste sia in segnali acustici come vocalizzi, stridii e gemiti , sia in comportamenti gestuali: grandi balzi fuori dall'acqua oppure colpi ritmici e ripetitivi inferti, con potenza impressionante, sulla superficie del mare con le pinne o con la coda.
Probabilmente queste tecniche di comunicazione servono per mantenere in contatto il gruppo, soprattutto nei periodo dell’alimentazione e della riproduzione, ma anche per segnalare la propria presenza o per avvisare gli altri individui di pericoli imminenti. L’associazione più stabile è quella formata da madre e figlio e può durare fino a circa un anno. Nel periodo riproduttivo le aggregazioni sono temporanee ed è possibile assistere a spettacolari lotte fra maschi per la conquista della femmina. Sempre durante la stagione degli amori è facile percepire veri e propri canti, che si prolungano per ore, emessi in genere dai maschi per attirare le femmine in una sorta di “serenata”.
LA RIPRODUZIONE
Le megattere sono ben note per le loro stramberie amorose. Esse si girano e rigirano più volte su se stesse nell'acqua battendo la superficie o schiaffeggiandosi reciprocamente con le loro grandi pinne. Tutto ciò genera un forte moto ondoso il cui rumore è percepibile anche a parecchi chilometri di distanza. A volte fuoriescono anche completamente dall'acqua, ma si ritiene che ricorrano a questo mezzo solo per liberarsi dai cirripedi che si attaccano al loro corpo.
Durante il corteggiamento e l’accoppiamento il maschio emette inoltre dei suoni simili ad una specie di canzone composta da sequenze articolate e complesse di suoni udibili anche a diversi chilometri di distanza, ripetute per ore ed intervallate solo da brevi pause per respirare.
Gli accoppiamenti e i parti avvengono nel periodo invernale nelle calde acque tropicali, anche se è piuttosto raro assistere a tale evento, probabilmente perché nella maggior parte dei casi avvengono in acque profonde.
La gestazione è perfettamente sincronizzata con la migrazione annuale dura da 11 a 12 mesi ed il parto, una volta trovato l’ambiente protetto adatto, è molto rapido. Il piccolo alla nascita misura circa 4 metri, più o meno la lunghezza della pinna pettorale della madre, e pesa circa una tonnellata.
Il neonato per i primi sei mesi di vita succhierà ogni giorno dalla madre 545 litri di latte denso, pastoso e molto nutriente. Il piccolo rimane sempre molto vicino alla madre, e lei lo accarezza con le pinne pettorali e a volte lo issa sulla testa mantenendolo al di sopra della superficie per consentirgli di respirare. La madre ha, nei confronti del piccolo, un atteggiamento molto protettivo, infatti se un predatore si avvicina oppure se la madre percepisce una presenza che ritiene minacciosa, si frappone fisicamente fra il piccolo e l’origine del percolo facendogli letteralmente da scudo. Se poi il piccolo è stanco, la madre crea un’onda con la sua pinna caudale nella quale il piccolo può “surfare” economizzando energia.
Le madri sono normalmente più calme quando sono con il piccolo, spesso le si trova ferme sulla superficie dell’acqua e difficilmente si inabissano mostrando la pinna caudale, cosa che ne rende difficile l’identificazione.
Allo svezzamento, dopo cioè circa 6 /10 mesi dalla nascita, il piccolo raggiunge gli 8 / 9 metri di lunghezza, la metà della lunghezza della madre ed è pronto per partire per la grande migrazione verso le acque polari. Una madre in periodo fertile partorisce un unico cucciolo agni 1 – 3 anni; poco dopo ogni parto la femmina torna in calore ed è pronta per un nuovo accoppiamento.
Il piccolo abbandonerà la madre solo dopo un anno dallo svezzamento e raggiunge la maturità sessuale fra i 4 e i 7 anni.
La durata media della vita di una megattera è di 50 anni.